martedì 28 ottobre 2008

Massima del sempreverde Guido Ceronetti

Alberi
Non sospettava,Anton Checov,la futura pregnanza simbolica del suo giardino dei ciliegi: cento anni dopo,in uno strazio indicibile di ogni realtà vivente,nell’inferno di tutte le infelicità possibili,quegli alberi abbattuti di finzione drammatica,alberi armati,i ciliegi di Ljubov,ci ricordano (devono ricordarci) le foreste abbattute,i piccoli frutteti dietro il muro accerchiati,l’allargamento del deserto. Muore la foresta amazzonica, il bosco germanico,la chioma boema,gli incendi divorano tranquillamente i boschi mediterranei superstiti,chi ha un giardino lo vende per intascare i soldi di Lopachin,che chiamerà subito le ruspe. I tonfi nella casa della Ranevskaja risuonano in tutte: gli alberi se ne vanno, gli alberi ci lasciano perché non abbiamo saputo tenerceli insieme ai loro abitatori visibili e invisibili. Tragici e profeti non immaginavano quanto tragico umano e cosmico avrebbe potuto un giorno essere significato da qualche tronco d’albero abbattuto elettricamente per ordine di un assessore comunale, per far posto a delle automobili.

lunedì 27 ottobre 2008

La felicità di essere padre

Ve lo devo dire, io mi sento l'uomo più felice del mondo, non potrei chiedere di meglio. Ho al mio fianco la donna che amo e, da dicembre provo una gioia in più al mio rientro dal lavoro, ho una figlia stupenda, il futuro, un essere che sopravviverà alla nostra decadenza fisica e psichica e che avrà in sé una parte di me e di Simona, direi di più parte delle nostre due famiglie. Rappresenta la speranza in un mondo migliore e voglio che sia una combattente che lotti per mantenere una sua visione del mondo, non succube delle idee ed ideologie imperanti.

E con questo messaggio, colgo l'occasione di dare il benvenuto a chi ci verrà a trovare.