mercoledì 17 giugno 2009

"FabulAzioni" "sogno di una decrescita di mezza estate"

La festa nazionale per la Decrescita Felice, prevista a Carega Ligure il 19, 20, 21 giugno, non si svolgerà.
Le motivazioni che hanno portato il Movimento per la Decrescita Felice a questa scelta sono essenzialmente legate a problemi sugli aspetti organizzativi, logistici e soprattutto di “fund raising”. Sul sito del Movimento si possono leggere per intero le motivazioni.

L’associazione culturale Laboratorio della Fabula, che fin dall’inizio si è impegnata nell’organizzazione dell’evento, non condividendo questa scelta, ha deciso di organizzare lo stesso una grande festa sui temi della Decrescita, dal titolo "FabulAzioni" "sogno di una decrescita di mezza estate".
Per cui , per chi fosse interessato, Carrega Ligure ospiterà il 20 e 21 giugno una grande festa.
Per maggiori informazioni si può visitare il sito dell'associazione.


martedì 19 maggio 2009

Un'oasi nel deserto

Lavori in periferia.
Viaggi ogni giorno attraverso un deserto di asfalto e cemento dove lo squallore lo si tocca con mano e lo si legge negli occhi delle persone che come te viaggiano su mezzi pubblici il cui grigiore e la sporcizia sono lo specchio dell'ambiente circostante.
Ti dà la nausea.
Gli elementi costitutivi di tutto ciò che ti circonda sono essenzialmente tre.
Asfalto
Cemento
Metallo
L'ambiente non è adatto ad esseri viventi ma, piuttosto, a macchine.
A fianco della fabbrica ti appare un miraggio, un'oasi verde che, seppur mal tenuta, concede un po' di respiro al tuo corpo sofferente. Ti siedi sotto un albero e le sue fronde ti riparano dai gas e dalla calura riflessa dalle pareti di mille lamiere.
Il tempo vola e ti ritrovi a ripercorrere il sentiero che ti riporta nella realtà desolante.

lunedì 18 maggio 2009

La stessa età di Agata:17 mesi

La stessa età di Agata:17 mesi.
Un frugolotto che cammina a paperella, che cerca di parlare, di farsi capire.
Ogni giorno è una scoperta, ogni cosa è una conquista; ma soprattutto Agata ride, ride, ride.
Ride se le fai il solletico, se la baci sotto il collo, se fa qualcosa che sa non dovrebbe fare, se solleva un libro pesante, ride e ti guarda, e in quegli occhi ti ci perdi.
Anche Gabriel aveva 17 mesi, la sua vita è stata stroncata dalle lesioni provocate dai calci e dai pugni all'addome.
Tutto questo mi fa rabbrividire, mi chiedo come si possa infierire su un corpicino indifeso, come si possa guardare quegli occhi e fare quello che è stato fatto.

domenica 17 maggio 2009

Lago del Brugneto? Si ma con il naso all'insù

Approffitando di una bella domenica abbiamo deciso di fare una passeggiata al Lago del Brugneto, un lago artificiale, il più grande della Liguria, nell'Alta Val Trebbia.
Abbiamo posteggiato la macchina dalla diga del lago e siamo scesi entusiasti con lo zaino dei viveri e lo zaino-porta- Agata in spalla, il panorama prometteva bene.





Ci siamo incamminati lungo l'anello, ma già dopo i primi metri l'umore è cambiato.
Abbiamo superato due distinti accampamenti di famiglie intente a cuocere carni e verdure alla brace, per cercare un posto meno caotico, e un po' più grazioso.
Di solito la costanza di camminare ti porta in posti meno frequentati e a nostro giudizio più belli.

Purtroppo non sempre è così.
Il sentiero che abbiamo percorso, oltre a non essere ben tenuto, è anche a tratti cosparso di "rumenta".


Se questo di per sè è fonte di enorme tristezza in qualunque luogo ci si trovi, lo è mille volte di più quando si passeggia in un luogo che fa parte di un' area protetta.

Il lago del Brugneto è infatti all'interno del Parco naturale regionale dell'Antola, che rappresenta una tra le zone più suggestive dell'entroterra genovese e dell'Appennino ligure.
Dal sito del Parco leggiamo "il Parco dell'Antola è anche....educazione ambientale, manutenzione del territorio....".
Non vogliamo generalizzare, siamo intenzionati a scoprire nuovi percorsi del Parco, fiduciosi di poter trovare sentieri altrettanto battuti ma meglio curati.



venerdì 8 maggio 2009

Mi chiedo: ma è così difficile uscire dal bagno dell'ufficio spegnendo la luce e controllando di non aver lasciato il rubinetto che sgocciola copiosamente?

domenica 26 aprile 2009

Fine settimana di pioggia

Fine settimana di pioggia.
Fine settimana dedicato alla cura della casa... sempre un po' troppo trascurata, in particolare alla pulizia del frigorifero. Armati di spruzzatore all’aceto siamo partiti all'attacco svuotando e pulendo i ripiani e i cassetti di frutta e verdura, terminando con risciacquo e posizionamento strategico di una ciotolina con dentro qualche cucchiaio di bicarbonato, aiuterà a prevenire odori poco gradevoli. Ora il nostro frigo è lindo e ordinato.
Tutte queste amorevoli cure sono state messe in atto grazie ai preziosi consigli delle schede pratiche del sito Detersivi Bioallegri.
Sempre per approffittare della giornata passata a casa abbiamo racimolato il cioccolato avanzato dalla uova di Pasqua e preparto una torta allo yogurt pere e cioccolato.... buonissima!
Una grande soddisfazione considerando che abbiamo utilizzato lo yogurt autopordotto.
"Un vasetto di yogurt comprato, prima di raggiungere la mensa del consumatore
percorre qualche migliaio di chilometri, quindi contribuisce alla crescita dei consumi di fonti fossili e dell’effetto serra; produce tre tipologie di rifiuto: carta, plastica e alluminio; ha bisogno di sostanze conservanti che spesso uccidono i fermenti lattici riducendo il suo valore nutrizionale; incorpora nel prezzo di vendita oltre i costi di trasporto e confezionamento, i costi di produzione industriale, di intermediazione commerciale e pubblicitari. Uno yogurt autoprodotto non deve essere trasportato, non produce rifiuti, è ricchissimo di fermenti lattici vivi e, non richiedendo nessun costo oltre quello del latte, ha un prezzo inferiore di due terzi.
Contribuisce alla decrescita del prodotto interno lordo, ma è qualitativamente migliore, migliora la qualità ambientale riducendo le emissioni climalteranti e i rifiuti, richiede meno denaro per soddisfare lo stesso fabbisogno alimentare e, di conseguenza, permette di lavorare meno e di avere più tempo per sé. La decrescita indotta dall’autoproduzione
dei beni è fattore di felicità."
(Maurizio PALLANTE)

martedì 21 aprile 2009

Festa della Decrescita Felice

Tratto dal sito Decrescita felice

Il Movimento della Decrescita Felice organizza il 19-20-21 giugno 2009 a Carrega Ligure (AL) l’”MDF-FEST”: evento nazionale con tre giorni di festa, incontri, laboratori, dibattiti attorno ai temi del Movimento.

L'evento sarà l'occasione per:

Imparare: laboratori didattici per le scuole, i bambini e i presenti
Informare/ informarsi: contenuti, materiali open source, free access.
Fare festa: spettacoli, concerti a tema, artisti locali che animano la festa.
Sperimentare stili di vita: allestimento di un orto virtuoso dove sperimentare, vedere, capire.Il discorso delle scelte a Km zero, mercati di prossimità mille angoli di sperimentazione, azione, buone prassi per una decrescita felice.
Incontrarsi, confrontarsi: costruire luoghi di incontro su diversi temi, tavole rotonde, dibattiti, discussioni, in cui persone interessanti raccontano, incontrano, avendo la possibilità di scambiare, lasciare dei feed back, progettare stili di vita alternativi, costruire reti, progettare.

Temi:

Agricoltura
Autonomia/autoproduzione
Rifiuti: riuso, riciclo, uso fino in fondo
Risparmio energetico
Comprare meno. Donare/ricevere, dovere di donare, dovere di ricevere, dovere di restituire a valore maggiore
Cibo, alimentazione, risorse, impatto ambientale della produzione e distribuzione cibo

L'ingresso è libero.

sabato 4 aprile 2009

Crisi finanziaria. Occasione per discutere sul nostro modello di sviluppo?


Complice la crisi finanziaria, sempre più spesso si vedono tra gli invitati ai “programmi di approfondimento” delle reti televisive nazionali personalità di varie estrazioni culturali e politiche che criticano il sistema economico imperante.
Mi vorrei qui soffermare su due episodi che mi hanno colpito a questo proposito.
Mi riferisco a due programmi de La7 della settimana scorsa e di come il tema della decrescita sia stato affrontato da Gad Lerner nel programma L'Infedele il lunedì e da Ilaria D'Amico nel programma Exit il mercoledì.
Ospite a L'Infedele, Maurizio Pallante, autore del libro “La decrescita felice” e personalità di primo piano per quanto riguarda il movimento della decrescita italiano. Il mercoledì, ospite ad Exit, Beppe Grillo, comico attivista e blogger di grande appeal per una buona parte della popolazione italiana, specialmente giovane, schifata dal mondo della politica, dell'alta finanza e della classe dirigente del nostro paese.
La maggiore differenza fra i due programmi è stato lo spazio dato ai due ospiti. Mi spiego meglio. Beppe Grillo è stato invitato ad un programma che era stato ,ideato intorno a lui, che gli ha dato la possibilità di fare un monologo in cui ha potuto esprimere le sue opinioni liberamente e nel modo che tanto piace agli spettatori che lo considerano il il leader incontrastato del pensiero alternativo. Grillo esprime le sue idee al ritmo di uno spettacolo di cabaret, strappa spesso il sorriso sia fra suoi sostenitori che fra chi è bersaglio dei suoi attacchi. Non accetta il confronto e per questo viene considerato come antidemocratico, insulta i suoi oppositori e rende impossibile ogni confronto. I difensori del sistema socio-economico imperante hanno facile gioco nel dire che Beppe Grillo rappresenta una fascia di popolazione che si pone al di fuori delle regole democratiche e con cui nessun dialogo è possibile. Il personaggio del comico attivista viene sfruttato dal sistema mediatico perché il successo di ogni programma che lo vede protagonista è assicurato.
Discorso completamente diverso si deve fare per il personaggio Maurizio Pallante.
Cominciamo con il dire che il trattamento che Gad Lerner ha dedicato a Pallante è, a dir poco, scandaloso. Interviene per ultimo e il suo discorso sulla decrescita viene continuamente interrotto perché considerato fuori tema. Appunto, qual'era il tema del programma. Dal blog ufficiale di Gad Lerner si legge:
L’Infedele fa i conti con la cosiddetta “rabbia populista” alla vigilia del G20 di Londra chiamato a riscrivere le regole della finanza mondiale in crisi.”
Pallante tenta di dire la sua in modo pacato ed argomentato su come si dovrebbero riscrivere le regole socio-economiche a livello globale per fare uscire dalla povertà una fascia sempre più grande di uomini e donne nel mondo e per salvaguardare il nostro pianeta. Esprime la sua critica al modello di crescita imperante e al fatto che tutto ruoti intorno al PIL. Vorrebbe spiegare le alternative possibili ma non c'è tempo e voglia di ascoltarlo perchè bisogna (ri)ascoltare per l'ennesima volta quello che hanno da dire i lavoratori della Fiat sulla loro difficile situazione economica, sulla cassa integrazione incombente, sulle delocalizzazioni e sulla necessità di aiutare il settore economico dell'auto.
L'intervento di Pallante è una goccia in un mare di cose dette e ridette che non danno alcuna risposta a quella “rabbia populista” che il buon Gad Lerner vorrebbe tanto affrontare ma che, come molti dei suoi colleghi, cavalca per accapparrarsi sempre più ascolti.
Per finire, vorrei dare la mia risposta al quesito iniziale di questo mio intervento. Perché Beppe Grillo e Maurizio Pallante hanno ricevuto un trattamento così diverso?
Le idee che sono al centro del movimento della decrescita sono espresse da entrambe le personalità ma il modo di esprimerle è agli antipodi. I difensori dello status-quo non si possono permettere di avere dall'altra parte della barricata qualcuno che sappia argomentare le sue tesi in modo pacato e democratico. Sarebbe troppo pericoloso perché le idee raggiungerebbero un target ben più vasto e non solo una piccola fetta di popolazione fatta di giovani, insoddisfatti, disoccupati e amanti del disordine sociale.

giovedì 2 aprile 2009

In questi giorni piovosi e grigi fa piacere pensare che la primavera sta comunque sbocciando.


I rami hanno messo i germogli e le sponde del torrente che percorre il nostro piccolo terreno è ricoperto di ciuffi di primule, tra un po' i pendii sarano tapezzati di piccole margherite.

Dopo un inverno che ci ha portato, dopo anni, tanta neve e freddo, questa primavera era attesa con ancora maggior trepidazione.


Aver la possibilità di scegliere di passare quache domenica lontani dalla confusione, rifugiati in questo posto solitario, passeggiare al tepore del sole con Agata che raccoglie-strappa i fiori per annusarli, gioca con la terra, cerca le foglie secche, è una gioia immensa.

lunedì 30 marzo 2009

Il metro-misura-agata



E finalmente dopo tanto lavoro abbiamo completato il nostro metro-misura-agata!
Sono trascorse delle serate rilassanti e soprattutto lontane dalla odiata TV.
Certo siamo lontani dalla perfezione, ma è il primo esperimento con il feltro, ad
eccezione di qualche decorazione natalizia.
Per i disegni ci siamo ispirati alle creazioni presenti sui blog di bravissime creatrici ne cito una Mamma felice.
Ora dobbiamo solo riuscire ad appenderlo e tenere due minuti ferma Agata per poterla misurare.... impresa che vedo difficile.

giovedì 19 marzo 2009


Azarel. Ho letto questo libro tutto d'un fiato, lo stile mi è piacito molto.
Come ben scritto nel suo saggio da Kobanyai il romanzo ha due chiavi di lettura quella della descrizione della ribellione di un bambino contro la sua famiglia, la società in cui vive, e una seconda, più profonda "quella del grande conflitto generato all'interno della comuntà ebraica... dall'assimilazione".
I due livelli di lettura sono strettamente correlati, ma visto che il mio mondo da più di un anno gira intorno alle mie sensazioni di mamma, sono rimasta colpita dalla prima, e più superficiale, chiave di lettura.
Pap ha una straordinaria capacità di entrare nella psiche del bambino e di esaminare con gli occhi del protagonista il mondo degli adulti.
Un mondo che ne esce a pezzi, così come ne esce a pezzi il rapporto con la sua famiglia.
I pensieri di Gyuri mentre osserva con i suoi occhi da bambino la madre affaccendata nei suoi lavori domestici, il padre rabbino mentre dice la sua predica, i fratelli impegnati nelle loro attività, valgono per me più di mille "guide per i genitori".
Due occhi capaci di analizzare con estrema lucidità e freddezza le persone che girano intorno a lui.
Una immensa tristezza mi è rimasta nel ripensare a quella figura sterile di madre, incapace di rendersi conto della richiesta di amore da parte di un figlio desideroso ma incapace di chiedere.
" ..e a me rimaneva solo la sua voce... Se almeno questa voce lontana ,mi avesse detto " Non ci sono baci favole, canti musica, scusami, sono una semplice massaia null'altro. Non aspettarti niente da me, ma non desiderare un'altra madre, amami per quello che sono" Ma no nemmeno questo!.... Allora lei si chinava verso di me e mi dava un bacio fugage e mi diceva "Da bravo torna nella tua camera......" Quanto era misero quel bacio..."
e incapace di soddisfarla anche quando esplicitamente richiesta
" Sia una vera madre! Per l'ultima volta!"

martedì 17 marzo 2009

Computer fuoriuso


Computer in assistenza da 2 settimane, questo è stata una delle cause che ha contribuito a non aggiornare il nostro blog.

Quando l'abbiamo mandato in assistenza ci siamo preoccupati, "Come sopravviveremo senza Internet?" Ebbene siamo sopravissuti e anzi ci siamo dedicati ancora di più alla lettura, e a piccoli progetti.


Il primo riguarda la realizzazione di un metro in pannolenci per misurare Agata. Abbiamo acquistato tanti pezzi colorati di pannolenci e ci siamo armati di forbici, spilli, fili e aghi. Inutile dire che ci è piaciuto molto, dalla ricerca del soggetto, alla realizzazione del modello. Come sempre il girovagare tra blog e siti internet ci ha dato molte ispirazioni.


Il secondo è tutto in divenire... imparare a lavorare a maglia (... anche se forse la primavera che sta sbocciando non aiuta)! Per ora siamo all'ABC dei punti, l'insegnante, nei panni di mia mamma, mi ha assegnato il compito di esercitarmi preparando quadrati di lana, che poi assemblerò in una coperta. Avrei voluto cimentarmi subito in golfini per Agata ma mi sa che ci vorrà ancora molto tempo.


Abusando dei computer funzionanti di amici e parenti siamo riusciti a inserire la "terza colonna" nel blog, non senza qualche difficoltà, superata però brillantemente, anche grazie all'aiuto trovato sul sito "Three Column Blogger".

venerdì 13 febbraio 2009

Oggi "M'illumino di meno", ma anche domani



Per il quinto anno consecutivo, oggi 13 febbraio, Caterpillar - programma di Radio2 - lancia M'illumino di meno, una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.
Sul sito dell'iniziativa, attraverso il quale si può aderire, sono riportate anche le azioni concrete che si metteranno in atto nel corso della giornata, sperando che le idee più interessanti e innovative possano servire da esempio e possano essere riprodotte.
Essendo curiosa ho sbirciato subito la Liguria scoprendo che ben 137, tra cittadini, Enti pubblici, scuole, hanno aderito all'iniziativa.
Alcune azioni che verranno intraprese sono veramente degne di attenzione!
Sicuramente queste iniziative servono per sensibilizzare le persone e sono convinta che vadano fatte proprio per evidenziare i problemi che ci affliggono.
D'altra parte mi chiedo: oggi tutti spegneremo le luci per un quarto d'ora, faremo attenzione ai nostri consumi, gireremo per la casa come matti per verificare che non ci siano LED accesi, e domani?
Dove lavoro troppe volte mi capita di entrare in uffici vuoti con le luci accese e il riscaldamento al massimo, stessa cosa nei bagni .... luci costantemente accese.
Le Amministrazioni degli Enti locali che oggi aderiscono alla campagna spegnendo dalle 18.00 alle 18.10 l'illuminazione dei propri palazzi, non potrebbero impegnarsi affinchè questo non sia il gesto fastidioso di una giornata all'anno?
In fondo basterebbe soltanto un po' di buon senso!

Comunque anche noi oggi cercheremo di limitare i nostri consumi, ma oggi sarò lo sprone per leggere e documentarci sul risparmio energetico per fare ancora meglio domani.

lunedì 9 febbraio 2009

CIAO ELUANA

... abbiamo parlato di te, abbiamo "usato" la tua storia, la storia della tua famiglia, per esprimere le nostre idee, ci siamo indignati contro chi non condivide i nostri sentimenti, stasera parte di ciò finisce.
è una serata amara perchè la morte è un evento triste, ma per il nostro modo di vedere la vita siamo sollevati del fatto che tu possa avere finalmente pace.

sabato 7 febbraio 2009

La libertà di morire

Ho gia scritto in merito al caso Eluana ma le ultime vicende mi spingono a riprendere il discorso. Se passasse una legge che impedisca di lasciare morire Eluana e se questa legge rendesse vana la decisione della Corte di Cassazione, allora sigificherebbe che nel nostro paese vige la legge del più forte ed i deboli non sono tutelati dalla legge. Questo fatto può provocare in alcuni che si trovano nella stessa situazione del padre di Eluana il desiderio di abbandonare la lotta per cambiare i costumi e le leggi del proprio paese per fuggire verso paesi in cui la "dolce morte" è tollerata e regolamentata.
Cosa fare se succedesse qualcosa di simile a quello che è successo a Peppino Englaro? Io e Simona ne parliamo ogni giorno, spinti dalle notizie quotidiane riguardo a questo caso nazionale estremamente toccante che ci vede fortemente empatici nei confronti di quel padre. La fuga sembrerebbe la via migliore per garantire al caro una morte dignitosa senza dover combattere contro lacci e lacciuoli giuridici e l'ostilità ideologica del paese che conta (per paese si intende ovviamente la nostra Italia e l'annessa Santa Sede che tanto conta nelle decisioni del Bel Paese).
La fuga sarebbe la soluzione migliore, sicuramente.
Ma ciò significherebbe che avrebbero vinto di nuovo loro. Le categorie costituite che contano più degli individui, le chiese e le loro gerarchie, che contano più delle anime dei loro fedeli.
Appunto, le anime, che non possono essere lasciate libere neanche quando il corpo si è trasformato in prigione.
Il caso Englaro ha messo bene in evidenza che nel nostro paese, come in molti altri paesi, è in corso una vera e propria guerra fra posizioni inconciliabili sul senso della vita e della morte.
Tutte le visioni devono avere pari dignità e rispetto. Altrimenti ritengo del tutto accettabile la disobbedienza civile ed il non rispetto di leggi invasive dei più elementari diritti individuali.
Su certe questioni, come quelle della propria vita e della propria morte (o dei propri cari), non si possono accettare imposizioni dettate unicamente da una visione fideistica della vita che, a quanto pare, non è condivisa da tutti. Non esiste posizione conciliante.
Mai sottometterò me stesso e la mia famiglia ad un volere estraneo alla più stretta cerchia familiare. Mai.

martedì 3 febbraio 2009

Recessione: balliamo sul mondo


La crisi colpisce tutto e tutti, così dicono TV e giornali. Cassa integrazione, disoccupazione, ostilità nei confronti di chi viene da lontano per rubare il lavoro agli autoctoni. Non c’è da stare allegri perché l’economia è in recessione. Ma cosa significa recessione. Navigando in rete si può decidere di fermarsi un po’ su Wikipedia e approfondire il tema. Si legge quanto segue:
Sintomi delle fasi di recessione possono essere la diminuzione del tasso di crescita della produzione, l'aumento della disoccupazione, la diminuzione del tasso di interesse in seguito alla riduzione della domanda di credito da parte delle imprese, il rallentamento del tasso di inflazione causato dalla diminuzione della domanda di beni e servizi da parte dei consumatori.
Quindi, in fase di recessione l’economia cresce di meno e la domanda di beni e servizi diminuisce. Per alcuni questi sintomi non sono affatto negativi e preoccupanti. Certo è che, causando maggiore disoccupazione e instabilità sociale, difficilmente si possono cogliere gli aspetti positivi. Ed infatti, da ogni parte politica e da ogni discorso che si sente, che provenga dal primo o dall’ultimo cittadino del paese, si sente dire che per uscire dalla crisi è necessario fare ripartire l’economia.
E, come si fa a fare ripartire l’economia? Aumentando la domanda di beni e di servizi e quindi aumentndo la produzione. GENIALE.
L’importante è acquistare il più possibile, non è importante che si acquisti qualcosa di necessario, l’importante è acquistare. E a nessuno interessa che l’aumento della produzione e del consumo vada di pari passo con la produzione di rifiuti e con lo sfruttamento sempre più massiccio delle risorse naturali. Questo è un effetto secondario.

Ci si ostina a pensare che il nostro modello di sviluppo sia l’unico possibile, non si vedono (o, per meglio dire, non si vogliono vedere) alternative all’orizzonte.

giovedì 22 gennaio 2009

"No latte artificiale gratis nel decreto anticrisi"


Segnalo l'iniziativa della Associazione IBFAN Italia , che ha organizzato una petizione per modificare l'art.19 comma 18 del “Decreto anticrisi” in via di approvazione al Senato.
Cosa è l'IBFAN Italia? è un gruppo dell’IBFAN International Baby Food Action Network, un’associazione internazionale che si propone di contribuire a far migliorare in modo duraturo le pratiche alimentari per i neonati ed i bambini
Cosa prevede il comma 18 dell'articolo 19 del Decreto in questione? Ridotto in sintesi la possibilità, per le famiglie con bambini fino ai 3 mesi di età, che beneficiano della “Social Card", di avere accesso a latte artificiale gratis.
Perchè L'IBFAN Italia ritiene che la proposta non offra un reale aiuto alle famiglie? Riassumo due ragioni riportate nella lettera inviata ai rappresentanti del Governo e delle Istituzioni.
è risaputo che i bambini alimentati con latte artificiale si ammalano più spesso e in maniera più grave rispetto a quelli allattati al seno, la gratuitità del latte artificiale per i primi tre mesi può indurre molte famiglie ad utilizzarlo, ma al quarto mese di vita del bambino cosa succederà? La mamma avrà "perso" il suo latte e l'onere dell'acquisto del latte in polvere sarà interamente a carico della famiglia.
Condividendo queste motivazioni abbiamo sottoscritto la petizione all'indirizzo http://nolattegratis.altervista.org/ , dove è possibile leggere il testo della lettera , e le proposte alternative che fa IBFAN Italia.

mercoledì 21 gennaio 2009

Uno scivolone sull'allattamento

Ahi ahi ahi che scivolone!

Ma come è possibile mio caro "Un Posto al Sole" che proprio tu mi abbia trattato con così poca cura una tematica importante come l'allattamento?
A fasi alterne della nostra vita sei un appuntamento fisso del dopo cena, a volte ci perdiamo un po' di vista, ma quando ci ritroviamo, è sempre un momento rilassante, tra un piatto da lavare, un vestito da riporre, seguiamo le storie dei nostri "eroi".
Però un appunto dobbiamo fartelo! Proprio tu che più volte tramite i tuoi protagonisti ci hai mostrato problematiche sociali, e che sul tuo sito riporti il logo del Segretariato Sociale della Rai, ci sei scivolato sull'allattamento, e in ben due puntate! Insomma Filippo, che per farsi perdonare da Carmen delle sue mancanze, le mostra che almeno la spesa l'ha fatta, e come i bimbi tira fuori dai sacchi tutti i suoi prodotti tra cui gli omogeneizzati, i classici pannolini (per inciso potevano essere pannolini lavabili, magari avrebbero suscitato un po' di interesse tra chi ancora non li conosce) e il latte artificiale.
Ho pensato fosse una grave svista, ma ieri di nuovo. In un dialogo viene chiaramente detto che la protagonista, ora che finalmente ha smesso di allattare potrà dedicare più tempo a se stessa!
Visto che più volte è stato detto o scritto che la soap opera ha anche un ruolo sociale e divulgativo, ritengo che questi messaggi penalizzino l'allattamento al seno, o quanto meno non lo incoraggino.
Voglio credere che tutto ciò sia dovuto a una non "corretta revisione dei dialoghi", che comunque reputo grave.
Dai "Un Posto al Sole" rimedia con qualche trovata geniale!

Inviata alla bacheca del sito http://www.unpostoalsole.rai.it/lanotizia/lanotizia.htm

venerdì 16 gennaio 2009

Quegli eventi che ti destabilizzano


Ci sono degli eventi che a volte destabilizzano la giornata.
Arrivare, come tutte le mattine, nella stazione ferroviaria di Ronco Scrivia per prendere il solito treno, il "treno regionale n.10323 delle ore 7 e 50 diretto a Genova Brignole" (come cita la voce amica), alzare lo sguardo sul display per dare una controllatina e vedere che per oggi non è previsto l'abituale ritardo di 15 minuti...... ebbène si, è qualcosa di sconvolgente!
Noi, habitué della stazione, oggi ci sentiamo più felici, e anche più buoni. Aspettiamo che arrivi qualcun'altro in sala attesa per annunciargli con il sorriso che oggi il treno è puntuale.Qualcuno è scettico, "vedrai che tra un po' lo segnano il ritardo..." Attendiamo in silenzio, anche se non ci conosciamo siamo solidali tra di noi, oggi è la volta buona, ce lo sentiamo. E come quando i tifosi attendono che venga battuto il calcio di rigore, noi attendiamo la nostra voce amica e finalmente la signorina annuncia che il treno sta arrivando, stando attenti ad allontanarci dalla linea gialla, esultiamo. Che gioia! Oggi, forse arriveremo puntuali al lavoro.
Questa forte emozione l'abbiamo provata, in negativo, nelle passate 3 settimane lavorative, quando la voce amica, scusandosi per il disagio, ci annunciava minuti su minuti di ritardo (dai 10 ai 35), e qualche volta, visto che probabilmente, Genova Brignole talvolta viene risucchiata da un buco nero, ci comunicava che il treno non poteva arrivare alla destinazione abituale ma si doveva fermare nella stazione precedente.
Le emozioni sono importanti ti rendono vivo, che cosa ci sarebbe di emozionante per noi pendolari se tutte le mattine prendessimo il treno in orario, arrivassimo al lavoro puntuali, non sprecassimo la nostra vita in sale d'attesa sporche?
Allora la deduzione logica è che le Ferrovie dello Stato ci fanno un regalo, ci animano la vita, a volte nel bene e a volte nel male.
A noi che siamo impotenti, non ci resta che aspettare di leggere il display, o ascoltare la voce amica per sapere il nostro destino quotidiano.

sabato 10 gennaio 2009

Invidia..............felicità

Un errore che rimpiango di aver commesso è quello di non aver usato da subito la fascia per portare la mia piccola.
Sono stata proprio io, nel momento dell'acquisto, a insistere per un marsupio super tecnologico, giudicando la fascia scomoda e addirittura pensando potesse essere pericolosa per la schiena del piccolo portato! Poi leggendo mi sono sempre più incuriosita, ho trovato un sito nel quale, tra l'altro, veniva spiegato come farsi in casa una fascia (l'arbre à bébé). Ho chiesto l'aiuto di mia mamma, siamo andate insieme a scegliere la stoffa e in un attimo me l'ha confezionata.
Da allora ho scoperto che indossare una fascia non vuol dire solo portare il proprio bambino, c'è molto altro in questo semplice e ancestrale gesto (bimbi in fascia).
Abbiamo iniziato a portare Agata nella fascia a 8 mesi e soprattutto è Matteo che si gode questo momento.
Io li guardo, invidiosa quando lei stanca crolla e si addormena beata e serena sul suo papà, felice quando vedo lo sguardo di Matteo mentre porta orgoglioso Agata.

sabato 3 gennaio 2009

Ecologia profonda




Riporto qui di seguito i principi basilari dell'ecologia profonda, riassunti da Bill Devall e George Sessions, autori nel 1985 del libro Deep Ecology.

1. Il benessere e la prosperità della vita umana e non umana sulla Terra hanno valore per se stesse (in altre parole: hanno un valore intrinseco o inerente). Questi valori sono indipendenti dall’utilità che il mondo non umano può avere per l’uomo.
2. La ricchezza e la diversità delle forme di vita contribuiscono alla realizzazione di questi valori e sono inoltre valori in sé.
3. Gli uomini non hanno alcun diritto di impoverire questa ricchezza e diversità a meno che non debbano soddisfare esigenze vitali.
4. La prosperità della vita e delle culture umane è compatibile con una sostanziale diminuizione della popolazione umana: la prosperità della vita non umana esige tale diminuizione.
5. L’attuale interferenza dell’uomo nel mondo non umano è eccessiva e la situazione sta peggiorando progressivamente.
6. Di conseguenza le scelte collettive devono essere cambiate. Queste scelte influenzano le strutture ideologiche, tecnologiche ed economiche fondamentali. Lo stato delle cose che ne risulterà sarà profondamente diverso da quello attuale.
7. Il mutamento ideologico consiste principalmente nell’apprezzamento della qualità della vita come valore intrinseco piuttosto che nell’adesione a un tenore di vita sempre più alto. Dovrà essere chiara la differenza tra ciò che è grande qualitativamente e ciò che lo è quantitativamente.
8. Chi condivide i punti precedenti è obbligato, direttamente o indirettamente, a tentare di attuare i cambiamenti necessari.


Condivido pienamente tutti i punti sopra riportati e mi rattristo profondamente nel notare che, anche in un periodo di crisi economica profonda come quella che stiamo vivendo in questi mesi, la crescita e lo sviluppo economico vengano considerati la panacea contro tutti i mali. Praticamente non vengono fornite alternative, si deve continuare per la strada dello sviluppo e chi si ferma è perduto.
Non credo proprio che il 2009 possa portare novità rilevanti che permettano di sperare in un cambiamento di tendenza.
Una cosa però nel mio piccolo la posso cominciare a fare. Agata è ancora piccola e, per questo, è un essere ancora quasi tutto da costruire. Quasi, perché, naturalmente, il suo patrimonio genetico lo condiziona, ma solo in parte.
La possibilità di creare un essere migliore rispetto alla massa di individui che per ignoranza o per puro disinteresse non sviluppano alcuna sensibilità ecologica comincia proprio dall'educazione che dei genitori come noi possono dare attraverso l'esempio e la trasmissione di valori.

Autosvezzamento


In queste lunghe vacanze di Natale che, ahimè, stanno volgendo alla fine, mi sono goduta la mia famiglia e ho potuto dedicarmi alla lettura.
Come al solito grazie a Internet e a mamme più informate di me, ho scoperto un libro veramente interessante sul tema dell'autosvezzamento. L'autore è Piermarini, che avevo già avuto modo di apprezzare negli articoli della rivista per genitori Un Pediatra per amico (UPPA).
I dialoghi tra una coppia alle prese con l’introduzione di pappe e l’interpretazione dei vari schemi di svezzamento forniti da un pediatra intransigente sono divertenti e, sfortunatamente, talmente veritieri che in alcuni casi mi ci sono rispecchiata.
Non riporto qui il contenuto del libro, che ovviamente mi permetto di suggerire come lettura, piuttosto mi soffermo su una domanda che da sempre mi ronza in testa. È possibile che pur avendo cambiato 3 pediatri e frequentato 2 consultori, non sia ancora riuscita a trovare qualcuno che mi parli dei vantaggi dell’allattamento prolungato e dell’autosvezzamento? Come mai è più usuale sentirsi consigliare una marca di latte di proseguimento o di omogeneizzati? Come mai la classe medica sembra aver svilito il suo ruolo per seguire ciecamente modelli privi di base scientifica?
Capisco che ogni medico si rispecchi in alcune teorie più che in altre e che sta al paziente scegliere colui che meglio si avvicina al proprio sentire, il problema è che mi sembra veramente difficile trovare medici che si discostino dal pensiero dominante.

Il libro è pubblicato dalla Bonomi editore e l'uscita nelle librerie è prevista per gennaio.