
mercoledì 17 giugno 2009
"FabulAzioni" "sogno di una decrescita di mezza estate"

martedì 19 maggio 2009
Un'oasi nel deserto
Viaggi ogni giorno attraverso un deserto di asfalto e cemento dove lo squallore lo si tocca con mano e lo si legge negli occhi delle persone che come te viaggiano su mezzi pubblici il cui grigiore e la sporcizia sono lo specchio dell'ambiente circostante.
Ti dà la nausea.
Gli elementi costitutivi di tutto ciò che ti circonda sono essenzialmente tre.
Asfalto
Cemento
Metallo
L'ambiente non è adatto ad esseri viventi ma, piuttosto, a macchine.
A fianco della fabbrica ti appare un miraggio, un'oasi verde che, seppur mal tenuta, concede un po' di respiro al tuo corpo sofferente. Ti siedi sotto un albero e le sue fronde ti riparano dai gas e dalla calura riflessa dalle pareti di mille lamiere.
Il tempo vola e ti ritrovi a ripercorrere il sentiero che ti riporta nella realtà desolante.
domenica 17 maggio 2009
Lago del Brugneto? Si ma con il naso all'insù
venerdì 8 maggio 2009
domenica 26 aprile 2009
Fine settimana di pioggia
"Un vasetto di yogurt comprato, prima di raggiungere la mensa del consumatore(Maurizio PALLANTE)
percorre qualche migliaio di chilometri, quindi contribuisce alla crescita dei consumi di fonti fossili e dell’effetto serra; produce tre tipologie di rifiuto: carta, plastica e alluminio; ha bisogno di sostanze conservanti che spesso uccidono i fermenti lattici riducendo il suo valore nutrizionale; incorpora nel prezzo di vendita oltre i costi di trasporto e confezionamento, i costi di produzione industriale, di intermediazione commerciale e pubblicitari. Uno yogurt autoprodotto non deve essere trasportato, non produce rifiuti, è ricchissimo di fermenti lattici vivi e, non richiedendo nessun costo oltre quello del latte, ha un prezzo inferiore di due terzi.
Contribuisce alla decrescita del prodotto interno lordo, ma è qualitativamente migliore, migliora la qualità ambientale riducendo le emissioni climalteranti e i rifiuti, richiede meno denaro per soddisfare lo stesso fabbisogno alimentare e, di conseguenza, permette di lavorare meno e di avere più tempo per sé. La decrescita indotta dall’autoproduzione dei beni è fattore di felicità."
martedì 21 aprile 2009
Festa della Decrescita Felice

Il Movimento della Decrescita Felice organizza il 19-20-21 giugno 2009 a Carrega Ligure (AL) l’”MDF-FEST”: evento nazionale con tre giorni di festa, incontri, laboratori, dibattiti attorno ai temi del Movimento.
L'evento sarà l'occasione per:
Imparare: laboratori didattici per le scuole, i bambini e i presenti
Informare/ informarsi: contenuti, materiali open source, free access.
Fare festa: spettacoli, concerti a tema, artisti locali che animano la festa.
Sperimentare stili di vita: allestimento di un orto virtuoso dove sperimentare, vedere, capire.Il discorso delle scelte a Km zero, mercati di prossimità mille angoli di sperimentazione, azione, buone prassi per una decrescita felice.
Incontrarsi, confrontarsi: costruire luoghi di incontro su diversi temi, tavole rotonde, dibattiti, discussioni, in cui persone interessanti raccontano, incontrano, avendo la possibilità di scambiare, lasciare dei feed back, progettare stili di vita alternativi, costruire reti, progettare.
Temi:
Agricoltura
Autonomia/autoproduzione
Rifiuti: riuso, riciclo, uso fino in fondo
Risparmio energetico
Comprare meno. Donare/ricevere, dovere di donare, dovere di ricevere, dovere di restituire a valore maggiore
Cibo, alimentazione, risorse, impatto ambientale della produzione e distribuzione cibo
L'ingresso è libero.
sabato 4 aprile 2009
Crisi finanziaria. Occasione per discutere sul nostro modello di sviluppo?

Mi vorrei qui soffermare su due episodi che mi hanno colpito a questo proposito.
Mi riferisco a due programmi de La7 della settimana scorsa e di come il tema della decrescita sia stato affrontato da Gad Lerner nel programma L'Infedele il lunedì e da Ilaria D'Amico nel programma Exit il mercoledì.
Ospite a L'Infedele, Maurizio Pallante, autore del libro “La decrescita felice” e personalità di primo piano per quanto riguarda il movimento della decrescita italiano. Il mercoledì, ospite ad Exit, Beppe Grillo, comico attivista e blogger di grande appeal per una buona parte della popolazione italiana, specialmente giovane, schifata dal mondo della politica, dell'alta finanza e della classe dirigente del nostro paese.
La maggiore differenza fra i due programmi è stato lo spazio dato ai due ospiti. Mi spiego meglio. Beppe Grillo è stato invitato ad un programma che era stato ,ideato intorno a lui, che gli ha dato la possibilità di fare un monologo in cui ha potuto esprimere le sue opinioni liberamente e nel modo che tanto piace agli spettatori che lo considerano il il leader incontrastato del pensiero alternativo. Grillo esprime le sue idee al ritmo di uno spettacolo di cabaret, strappa spesso il sorriso sia fra suoi sostenitori che fra chi è bersaglio dei suoi attacchi. Non accetta il confronto e per questo viene considerato come antidemocratico, insulta i suoi oppositori e rende impossibile ogni confronto. I difensori del sistema socio-economico imperante hanno facile gioco nel dire che Beppe Grillo rappresenta una fascia di popolazione che si pone al di fuori delle regole democratiche e con cui nessun dialogo è possibile. Il personaggio del comico attivista viene sfruttato dal sistema mediatico perché il successo di ogni programma che lo vede protagonista è assicurato.
Discorso completamente diverso si deve fare per il personaggio Maurizio Pallante.
Cominciamo con il dire che il trattamento che Gad Lerner ha dedicato a Pallante è, a dir poco, scandaloso. Interviene per ultimo e il suo discorso sulla decrescita viene continuamente interrotto perché considerato fuori tema. Appunto, qual'era il tema del programma. Dal blog ufficiale di Gad Lerner si legge:
“L’Infedele fa i conti con la cosiddetta “rabbia populista” alla vigilia del G20 di Londra chiamato a riscrivere le regole della finanza mondiale in crisi.”
Pallante tenta di dire la sua in modo pacato ed argomentato su come si dovrebbero riscrivere le regole socio-economiche a livello globale per fare uscire dalla povertà una fascia sempre più grande di uomini e donne nel mondo e per salvaguardare il nostro pianeta. Esprime la sua critica al modello di crescita imperante e al fatto che tutto ruoti intorno al PIL. Vorrebbe spiegare le alternative possibili ma non c'è tempo e voglia di ascoltarlo perchè bisogna (ri)ascoltare per l'ennesima volta quello che hanno da dire i lavoratori della Fiat sulla loro difficile situazione economica, sulla cassa integrazione incombente, sulle delocalizzazioni e sulla necessità di aiutare il settore economico dell'auto.
L'intervento di Pallante è una goccia in un mare di cose dette e ridette che non danno alcuna risposta a quella “rabbia populista” che il buon Gad Lerner vorrebbe tanto affrontare ma che, come molti dei suoi colleghi, cavalca per accapparrarsi sempre più ascolti.
Per finire, vorrei dare la mia risposta al quesito iniziale di questo mio intervento. Perché Beppe Grillo e Maurizio Pallante hanno ricevuto un trattamento così diverso?
Le idee che sono al centro del movimento della decrescita sono espresse da entrambe le personalità ma il modo di esprimerle è agli antipodi. I difensori dello status-quo non si possono permettere di avere dall'altra parte della barricata qualcuno che sappia argomentare le sue tesi in modo pacato e democratico. Sarebbe troppo pericoloso perché le idee raggiungerebbero un target ben più vasto e non solo una piccola fetta di popolazione fatta di giovani, insoddisfatti, disoccupati e amanti del disordine sociale.
giovedì 2 aprile 2009
In questi giorni piovosi e grigi fa piacere pensare che la primavera sta comunque sbocciando.
I rami hanno messo i germogli e le sponde del torrente che percorre il nostro piccolo terreno è ricoperto di ciuffi di primule, tra un po' i pendii sarano tapezzati di piccole margherite.
Dopo un inverno che ci ha portato, dopo anni, tanta neve e freddo, questa primavera era attesa con ancora maggior trepidazione.
venerdì 13 febbraio 2009
Oggi "M'illumino di meno", ma anche domani

martedì 3 febbraio 2009
Recessione: balliamo sul mondo

Sintomi delle fasi di recessione possono essere la diminuzione del tasso di crescita della produzione, l'aumento della disoccupazione, la diminuzione del tasso di interesse in seguito alla riduzione della domanda di credito da parte delle imprese, il rallentamento del tasso di inflazione causato dalla diminuzione della domanda di beni e servizi da parte dei consumatori.
Quindi, in fase di recessione l’economia cresce di meno e la domanda di beni e servizi diminuisce. Per alcuni questi sintomi non sono affatto negativi e preoccupanti. Certo è che, causando maggiore disoccupazione e instabilità sociale, difficilmente si possono cogliere gli aspetti positivi. Ed infatti, da ogni parte politica e da ogni discorso che si sente, che provenga dal primo o dall’ultimo cittadino del paese, si sente dire che per uscire dalla crisi è necessario fare ripartire l’economia.
E, come si fa a fare ripartire l’economia? Aumentando la domanda di beni e di servizi e quindi aumentndo la produzione. GENIALE.
L’importante è acquistare il più possibile, non è importante che si acquisti qualcosa di necessario, l’importante è acquistare. E a nessuno interessa che l’aumento della produzione e del consumo vada di pari passo con la produzione di rifiuti e con lo sfruttamento sempre più massiccio delle risorse naturali. Questo è un effetto secondario.
Ci si ostina a pensare che il nostro modello di sviluppo sia l’unico possibile, non si vedono (o, per meglio dire, non si vogliono vedere) alternative all’orizzonte.
sabato 3 gennaio 2009
Ecologia profonda
1. Il benessere e la prosperità della vita umana e non umana sulla Terra hanno valore per se stesse (in altre parole: hanno un valore intrinseco o inerente). Questi valori sono indipendenti dall’utilità che il mondo non umano può avere per l’uomo.
2. La ricchezza e la diversità delle forme di vita contribuiscono alla realizzazione di questi valori e sono inoltre valori in sé.
3. Gli uomini non hanno alcun diritto di impoverire questa ricchezza e diversità a meno che non debbano soddisfare esigenze vitali.
4. La prosperità della vita e delle culture umane è compatibile con una sostanziale diminuizione della popolazione umana: la prosperità della vita non umana esige tale diminuizione.
5. L’attuale interferenza dell’uomo nel mondo non umano è eccessiva e la situazione sta peggiorando progressivamente.
6. Di conseguenza le scelte collettive devono essere cambiate. Queste scelte influenzano le strutture ideologiche, tecnologiche ed economiche fondamentali. Lo stato delle cose che ne risulterà sarà profondamente diverso da quello attuale.
7. Il mutamento ideologico consiste principalmente nell’apprezzamento della qualità della vita come valore intrinseco piuttosto che nell’adesione a un tenore di vita sempre più alto. Dovrà essere chiara la differenza tra ciò che è grande qualitativamente e ciò che lo è quantitativamente.
8. Chi condivide i punti precedenti è obbligato, direttamente o indirettamente, a tentare di attuare i cambiamenti necessari.
Condivido pienamente tutti i punti sopra riportati e mi rattristo profondamente nel notare che, anche in un periodo di crisi economica profonda come quella che stiamo vivendo in questi mesi, la crescita e lo sviluppo economico vengano considerati la panacea contro tutti i mali. Praticamente non vengono fornite alternative, si deve continuare per la strada dello sviluppo e chi si ferma è perduto.
Non credo proprio che il 2009 possa portare novità rilevanti che permettano di sperare in un cambiamento di tendenza.
Una cosa però nel mio piccolo la posso cominciare a fare. Agata è ancora piccola e, per questo, è un essere ancora quasi tutto da costruire. Quasi, perché, naturalmente, il suo patrimonio genetico lo condiziona, ma solo in parte.
La possibilità di creare un essere migliore rispetto alla massa di individui che per ignoranza o per puro disinteresse non sviluppano alcuna sensibilità ecologica comincia proprio dall'educazione che dei genitori come noi possono dare attraverso l'esempio e la trasmissione di valori.
domenica 28 dicembre 2008
L'augurio per il 2009
Il primo anno di vita con Agata rimane comunque l'esperienza più sinificativa di questo 2008 un intero anno in cui idee che erano latenti in noi si sono manifestate e rafforzate. Il principale motivo per cui è nato questo blog è stato quello di cercare di dar sfogo a queste idee sparse.
In questi giorni abbiamo iniziato a coltivar un nuovo hobby che ci permetta di vivere più a contatto con la natura; l'intenzione è quella di provare a produrre il miele.
Un'idea golosa per il 2009! A questo si lega la scelta di cambiare il nome del blog in "La Regina delle Api".
L'augurio che facciamo per il 2009 è quello di avere sempre progetti nuovi da realizzare con le persone a cui volete bene.
lunedì 24 novembre 2008
Pannolini lavabili
La domanda è questa: avevamo veramente bisogno di regredire? Perché di questo si tratta, di una regressione. Dopo la straordinaria invenzione degli usa & getta, che ha liberato le nostre mamme dalla schiavitù delle montagne di pannolini da lavare, ora vogliamo cimentarci noi con i bidoni pieni di pannolini di stoffa che giacciono nei bagni in attesa di essere infilati in lavatrice? Forse una mamma oggi non ha già abbastanza da fare?
La verità è che mettere un pannolino usa & getta è comodo, anzi comodissimo, sono talmente assorbenti e talmente sottili che quasi ti dimentichi di cambiarlo, puoi lasciare il tuo cucciolo ore e ore a giocare e il suo culetto rimarrà asciutto. Miracoli della ricerca!
Certo se quando ti decidi a cambiarlo quell’odore di pipì tanto normale non ti sembra, se sul sederino trovi delle tracce di un gel azzurrino che non capisci da dove venga, ti viene voglia di chiederti come sono fatti questi miracolosi pannolini.
Difficilmente però sulle confezioni trovi riportata la lista esatta dei componenti, forse perché non esiste obbligo di legge per le aziende di riportarla, e allora non ti rimane che armarti di pazienza e cominciare a fare delle ricerche, per scoprire cose che sapevi già e che ora non puoi più far finta di non sapere, come che ogni giorno in Italia vengono utilizzati più di 6.000.000 di pannolini usa e getta, che appartengono alla categoria dei rifiuti ‘indifferenziati’ e che per questa produzione vengono abbattuti più di 12.000 alberi al giorno.
Ma anche cose che non sapevi come che le irritazioni da pannolino stanno crescendo, che, l'arrossamento interessa il 54% dei bambini quando vengono impiegati pannolini mono-uso e solo il 18% dei bambini che vengono avvolti in pannolini di tessuto, che l’età dello spannolinamento è passata da una media di un anno e mezzo - due a una media di quattro anni. “Cambiare pannolino manuale di sopravvivenza per genitori ecologici o aspiranti tali”.
E allora quando riesci a racimolare queste informazioni pensi che trovare una via alternativa al pannolino tradizionale diventa un obbligo.
Oltre al manuale sopra citato che mi ha aperto un mondo, consiglio di visitare il sitopannolini lavabili, dove si possono trovare i rivenditori, i consigli su quali tipi di pannolino si adatta meglio alle diverse esigenze, e un sito italiano sull'EC (Elimination Communication)ovvero come crescere un bambino senza il pannolino, ma questa è un'altra storia..............
martedì 4 novembre 2008
Eco mamme e Invasioni barbariche
In un momento di calma dalla solita baraonda, ossia quando Agata va a fare la nanna, Matteo ed io ci siamo messi davanti al computer e ci siamo scaricati il video.
Cosa dire? Sono contenta che si sia parlato di pannolini lavabili, di EC, di detersivi ecologici, di Eco-mamme-Eco-famiglie, almeno chi non aveva ancora sentito parlare di questi argomenti ora può approfondirli.
Rimango sconcertata da come sia stata impostata la trasmissione. Dobbiamo ancora dividere le persone tra chi abbraccia uno stile di vita che presta un po’ di attenzione all’ambiente e chi no?
Sono un’illusa! Pensavo che su questo fossimo già tutti d’accordo. Certo se il modello che ci viene proposto come alternativo è quello dei due filmati trasmessi, mi rendo conto che non sia incoraggiante per chi volesse compiere scelte diverse.
Mi dico che forse fare vedere una famiglia che fa la spesa prestando un po’ di attenzione a ciò che acquista (magari anche al supermercato), usa i pannolini lavabili, i detersivi ecologici, ha scelto l’allattamento prolungato, pratica l’EC ma a volte cade sul pannolino U&G, non avrebbe creato abbastanza dibattito!
Per fortuna gli interventi in studio di Paola Maugeri e Cristina Gabetti (autrice di "Tentativi di eco-condotta. Per nuovi stili di vita"), sono stati calibrati e di buon senso. Perché io più che di eco-famiglia parlerei di "famiglia con buon senso".
Ultime considerazioni.
Voglio credere che i commenti di Paola Vitali siano stati studiati ad arte per risultare ridicoli, parlare di eco mamme come modaiole, integraliste: premesso che parlare di moda mi sembra fuori luogo, e se anche fosse una moda? Non mi sembra una moda tanto brutta anzi speriamo che lo diventi e che sia seguita da tanti!
Alcuni ospiti e il pubblico in sala sono rimasti sconcertati dal bambino che non ama il Mc Donalds...e allora? è così inconcepibile? Dove è scritto che tutti i bambini devono per forza amarlo? Lo sapevo mi sono persa qualcosa.....
Ecco il link per chi fosse interessato a vedere la puntata http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=repliche&video=17986.
martedì 28 ottobre 2008
Massima del sempreverde Guido Ceronetti
Non sospettava,Anton Checov,la futura pregnanza simbolica del suo giardino dei ciliegi: cento anni dopo,in uno strazio indicibile di ogni realtà vivente,nell’inferno di tutte le infelicità possibili,quegli alberi abbattuti di finzione drammatica,alberi armati,i ciliegi di Ljubov,ci ricordano (devono ricordarci) le foreste abbattute,i piccoli frutteti dietro il muro accerchiati,l’allargamento del deserto. Muore la foresta amazzonica, il bosco germanico,la chioma boema,gli incendi divorano tranquillamente i boschi mediterranei superstiti,chi ha un giardino lo vende per intascare i soldi di Lopachin,che chiamerà subito le ruspe. I tonfi nella casa della Ranevskaja risuonano in tutte: gli alberi se ne vanno, gli alberi ci lasciano perché non abbiamo saputo tenerceli insieme ai loro abitatori visibili e invisibili. Tragici e profeti non immaginavano quanto tragico umano e cosmico avrebbe potuto un giorno essere significato da qualche tronco d’albero abbattuto elettricamente per ordine di un assessore comunale, per far posto a delle automobili.