sabato 1 novembre 2008

Prime riflessioni

Da quando è nata Agata mi è venuta una voglia irrefrenabile di leggere qualunque cosa riguardi i bambini: la nascita, l’allattamento, lo svezzamento, l’educazione e così via. Più leggo e più vorrei leggere, e ogni cosa che scopro mi rimanda a un’altra. Per la prima volta, è triste dirlo, sento la necessità di capire di non farmi trascinare dalle opinioni comuni, dai consigli.
E qui si apre un dibattito tra chi sostiene che è l’istinto che ti deve guidare nella crescita dei tuoi figli e chi invece preferisce “affidarsi” agli esperti.
Banalmente nel mezzo è la soluzione più giusta.
Leggere mi ha permesso di scoprire i pannolini lavabili, e l’EC (elimination communication), l’allattamento prolungato, la fascia per portare i bambini. Leggere mi ha aiutato a capire quale approccio si addice più a me e a Matteo nella crescita di Agata, ma ogni giorno è l’istinto che ci guida nelle nostre azioni.
Ogni bambino è speciale così come ogni genitore, i libri non bastano, anzi talvolta potrebbero fuorviare.
Agata ha 10 mesi, è allattata al seno la mattina e la sera prima di dormire, passa la giornata con i nonni che la tengono fino a che non rientriamo dal lavoro. La sera Agata si addormenta nel suo lettino, nella sua stanza. Quando al mattino la nonna la porta via, mi saluta con un sorriso senza un pianto. Leggendo alcuni libri dovrei preoccuparmi, come mai non si dispera quando la lascio nelle braccia di qualcun altro? Come mai non mi cerca durante la notte? Come mai Agata è capace di stare anche delle mezz’ore a giocare con le sue cose senza badare a me o a suo papà? Perché non piange appena sparisco dal suo orizzonte? Forse non ho instaurato un rapporto abbastanza forte con mia figlia? Eppure quando rientro dal lavoro le brillano gli occhi, vuole essere presa in braccio, le piace quando la allatto, qualche volta protesta quando è l’ora della nanna, ma sa che quello è il suo lettino e che li deve imparare a stare. Dove sta la verità?
Continuerò a leggere perché mi diverte e perché spunti buoni li si possono cogliere ovunque (quasi), ma sarà l’istinto a farmi scegliere cosa è meglio per noi.

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